Luogo d'incontro per una comunità da costruire

Il programma, le motivazioni, la realizzazione e gli intenti della vita comunitaria. Condividiamo le nostre esperienze

sabato 26 aprile 2014

Perché pellegrinare

Picture
fonte: http://www.cronachedicammini.com/


  • AFFIDAMENTO: lasciare le proprie certezze e sicurezze materiali e non.
  • INCONTRI: il pellegrino è naturalmente disposto alla relazione con l'altro, nel chiedere un                       bicchiere d'acqua e nell'ascoltare quando nessuno si ferma.
  • USCIRE DALLA ROUTINE, SGUARDO DISTACCATO, MIGLIOR DISCERNIMENTI: lasciando le cose e persone, riesce a dare il giusto peso alle mozioni interiori.
  • LIBERTÀ: il pellegrino si sente parte di un Tutto, ben oltre il nostro sguardo o una stretta valle.
  • PREGHIERA CONTINUA: naturale atteggiamento di dialogo, esercizio della preghiera dell'invocazione di Gesù o preghiera del cuore (descritta nel libro "Racconti di un pellegrino russo"), lettura della Bibbia, meditazione, contemplazione.
  • DESERTO: favorito dai tanti momenti di silenzio ed isolamento e dalla lettura della sola Bibbia e di un altro libro spirituale.
  • TESTIMONIANZA: negli incontri che gli si offrono, il pellegrino, con rispetto, è pronto ad ascoltare e testimoniare la propria fede.

Pensieri sulla vita

Paolo di Tarso e Lucrezio: così lontani eppure così vicini.

Lucrezio
Così le cose non cesseranno mai di nascere le une dalle altre,
e la vita a nessuno è data in proprietà, a tutti in usufrutto.


Paolo
"Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?"

Perché esiste qualcosa più grande di noi, che possiamo vedere con la ragione a partire dalla natura e dalla nostra vita; la prima reazione non può che essere lo stupore di un bambino.

lunedì 21 aprile 2014

Perché noi valiamo

Riporto un articolo di Antonio Socci che, da una frase di Papa Francesco traccia un rapido excursus sull'origine del valore della singola persona, affermando che la morte in croce di Gesù e le sue numerose sofferenze sono per me, per te. L'autore riepiloga poi le straordinarie scoperto fatte sulla sindone, il lenzuolo che ha avvolto il corpo del crocifisso quando è rimasto nel sepolcro

Posted: 20 Apr 2014 12:08 AM PDT
Il 9 aprile scorso, durante l’Udienza generale in Piazza San Pietro, una persona dalla folla ha gridato verso il Pontefice: “Papa Francesco, sei unico!”. Il Santo Padre gli ha risposto: “Anche tu, anche tu sei unico. Non ci sono due come te”.
Con quella semplice battuta ha espresso una verità immensa, che caratterizza il cristianesimo. Infatti per il mondo il singolo è solo un numero, sostituibile con tanti altri, cioè sacrificabile al potere.
Le ideologie moderne poi considerano come protagonisti della storia dei soggetti collettivi (la Razza, la Classe, la Nazione, l’Umanità) o entità astratte come il Mercato, il Capitale, il Partito e lo Stato.

RIVOLUZIONE

Invece con l’avvenimento cristiano accade qualcosa di rivoluzionario: l’unico Dio che scende sulla terra e ha pietà di ogni singola persona, specie del miserabile, del peccatore incallito, del malato, di ciascun uomo.
Per compassione il Figlio di Dio lo abbraccia, lo risana, lo perdona, addirittura si inginocchia davanti a lui e gli lava i piedi (ovvero fa quello che facevano gli schiavi agli ospiti). Fino a morire per lui, per quel singolo essere (insignificante per il mondo).
Davvero una rivoluzione, un totale capovolgimento dell’ordine costituito da millenni, da sempre basato sui sacrifici umani, in molte forme (a partire dallo schiavismo, fondamento delle economie antiche).
Lo colse bene il più fiero avversario moderno del Nazareno, ovvero Friedrich Nietzsche che scrisse: “L’individuo fu tenuto dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani… La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura, è piena di autosuperamento, perché abbisogna del sacrificio dell’uomo. E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo, vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato”.
Noi neanche più ce ne rendiamo conto. Ma il cristianesimo è entrato nel mondo proclamando la fine di tutti i sacrifici umani.
In quale modo lo ha fatto? Col sacrificio del Figlio di Dio. L’editto di liberazione è scritto sulla sua stessa carne.
Lo ha spiegato il filosofo René Girard: Gesù è letteralmente “l’Agnello di Dio” (il capro espiatorio) che si offre in olocausto affinché tutti vengano liberati dalla schiavitù del male e nessun essere umano venga più sacrificato agli dèi della menzogna e della morte.
Ma – attenzione – ancora una volta Gesù non si offre a quella morte orrenda per un’astratta Umanità, bensì per ogni singolo, per me che scrivo questo articolo, per te che leggi.
La dottrina cattolica è arrivata ad affermare che, agli occhi di Dio, la salvezza di un singolo essere umano vale più dell’intero creato.
E la mistica ci ha fatto scoprire che – in un modo misterioso – in quelle ore di atroci sofferenze Gesù pensò proprio a ognuno di noi, nome per nome, ai nostri volti. Uno per uno.
Fa impressione accostare questa rivelazione dei mistici alle fasi del supplizio di Gesù.
La Sindone ci dà la perfetta immagine fisica di quelle atroci torture che il Vangelo elenca in modo scarno, quasi freddo. Vediamole.

LETTERA DI SANGUE

Le tante tumefazioni sul volto sono i segni dei pugni sopportati (con gli sputi e gli insulti) nelle fasi concitate dell’arresto. Però il naso rotto, l’occhio gonfio e i sopraccigli feriti (evidenti sulla Sindone) sono anche la traccia della bastonata in faccia subita da Gesù durante l’interrogatorio del Sinedrio (Gv 18, 22-23).
Poi c’è quell’inedita macellazione dei 120 colpi di flagello romano (a tre punte) che gli hanno devastato tutto il corpo strappandogli la carne in più di trecento punti (un supplizio del tutto anomalo anche per i crocifissi).
Ma una delle cose più dolorose per Gesù è il peso ruvido della traversa della croce che, lungo il tragitto del Calvario, letteralmente gli scopre le ossa delle spalle provocando sofferenze indicibili.
Poi Gesù avrà la testa trafitta da circa 50 lunghe spine (la corona beffarda dei soldati romani), qualcosa che non è umanamente sopportabile.
Ma la Sindone mostra anche ferite al volto e alle ginocchia dovute alle cadute mentre andava al Calvario (avendo le braccia legate alla traversa della Croce, non poteva ripararsi la faccia).
Infine le ferite dei chiodi, per la crocifissione, e le ore trascorse a respirare dovendosi appoggiare proprio sugli arti inchiodati.
Bisognerebbe fissare una per una queste atroci sofferenze ricordando che in quel momento Gesù pensava a me e a te, sopportava tutto per me e te, al posto mio e tuo, perché non fossimo sacrificati alle crudeli divinità delle tenebre.

SCOPERTE RECENTI

In questi giorni si è saputo che un’équipe di studiosi veneti, lavorando sulla Sindone, ha scoperto altri particolari impressionanti.
I ricercatori Matteo Bevilacqua, direttore del reparto di Fisiopatologia Respiratoria dell’Ospedale di Padova e Raffaele De Caro, direttore dell’Istituto di Anatomia Normale dell’Università di Padova, hanno lavorato insieme con Giulio Fanti, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Ateneo padovano che già in passato ha pubblicato studi sulla Sindone che ne accreditano l’antichità.
Dunque questi specialisti hanno provato a riprodurre ciò che fu inflitto all’uomo della Sindone: la simulazione ha comportato due anni di lavoro.
Hanno concluso che le mani del crocifisso probabilmente furono bucate dai chiodi due volte, evidentemente perché non si riusciva a fissarle ai solchi già prefissati sulla croce.
“Per i piedi invece la situazione cambia”, spiega Bevilacqua (le sue dichiarazioni sono riportate dal Mattino di Padova). “Il piede di destra aveva sia due chiodi che due inchiodature: era stato infilato un chiodo a metà piede per assicurare l’arto sulla trave, poi è stato infilato un altro chiodo lungo due centimetri per riuscire ad accavallare il calcagno del piede sinistro sulla caviglia del piede destro”.
Atrocità che si aggiungono a quelle già note, riferite dai Vangeli. Del resto la crocifissione, nel caso di Gesù, “è stata particolarmente brutale” affermano questi specialisti “perché fatta su un soggetto paralizzato che aveva perso molto sangue e che era stato abbondantemente flagellato”.
Ma perché l’uomo della Sindone era in parte “paralizzato”?
Questi specialisti spiegano che la traversa della croce, di una cinquantina di chili, in una delle cadute avrebbe provocato un grave trauma al collo, con una lesione dell’innervazione e una conseguenze paralisi del braccio destro.
Per questo i soldati romani costrinsero Simone di Cirene a portare la croce che Gesù non poteva più sostenere. I ricercatori padovani – i quali aggiungono che l’uomo della Sindone aveva pure una lussazione della spalla – spiegano anche le cause cardiache della morte.

PROVA DELLA RESURREZIONE

Tutti dati reperibili sulla Sindone che però porta anche le tracce della resurrezione. Per la connessione di questi tre dati.
Primo: i medici legali che hanno lavorato in passato su quel lenzuolo hanno appurato che esso ha sicuramente avvolto il cadavere di un uomo morto per crocifissione.
Secondo: gli scienziati americani dello Sturp che analizzò la Sindone, con strumenti assai sofisticati, conclusero che quel corpo morto non rimase dentro al lenzuolo più di 40 ore perché non vi è alcuna traccia di putrefazione.
Terzo. Costoro accertarono che i contorni della macchie di sangue provano che non vi fu alcun movimento fra il corpo e il lenzuolo. Il mancato strappo dei coaguli ematici rivela che il corpo non si spostò, né fu spostato, ma uscì dal lenzuolo come passandovi attraverso.
E con il misterioso sprigionarsi, dal corpo stesso, di una energia sconosciuta che ha fissato quell’immagine (tuttora senza spiegazione scientifica).
Arnaud-Aaron Upinsky osservò che “la Sindone porta la prova di un fatto metafisico”. In effetti è la resurrezione di Gesù. Che ha sconfitto il male e la morte per ciascuno di noi. Uno per uno. E ci regala l’immortalità.


Antonio Socci

Da “Libero”, 20 aprile 2014

venerdì 18 aprile 2014

Ciò che conta davvero: difendere la vita

In mezzo al mare di futili idee e vanità politico-economiche, non dimentichiamo di chi è in carcere dal 2009 in attesa di un processo, sospetta di blasfemia.

dal sito www.tempi.it

Asia Bibi: “Io credo, risorgerò”


 

Asia Bibi
ASIA BIBI
La donna cristiana condannata a morte per blasfemia in Pakistan vive l’assenza di un processo come “il suo venerdì santo” ma non perde la speranza. Come testimonia il messaggio inviato in esclusiva a Vatican Insider


PAOLO AFFATATO
ROMA


“Credo con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze e la mia mente che risorgerò. La salvezza verrà presto anche per me”: io giorno del Venerdì santo, inchiodata alla sua croce di oltre 4 anni e mezzo di carcere da innocente, Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia, compie la sua professione di fede, e consegna in esclusiva aVatican Insider un accorato messaggio di speranza.

Asia Bibi, in trepidante attesa della sua sorte, ha  ricevuto ieri la notizia della cancellazione dell’udienza, prevista il 14 aprile, del suo processo di appello: il procedimento è stato rinviato sine die senza una motivazione plausibile. Solo perchè i giudici dell’Alta Corte di Lahore, intimiditi e intimoriti da possibili rappresaglie dei fondamentalisti islamici, finora si sono sottratti alla responsabilità di trattare il suo caso: decidere su Asia Bibi – soprattutto su una eventuale assoluzione - è una patata fin troppo bollente. Meglio declinare. Gli avvocati difensori, dal canto loro, hanno confermato che faranno tutti i passi necessari, come una istanza al presidente della Corte, perché il caso venga normalmente calendarizzato.

Raggiunta da Vatican Insider attraverso il suo avvocato e le persone che le sono più vicine, Asia Bibi ha espresso tutto il suo rammarico per quella che considera “una ulteriore discriminazione”. “Oggi per me non c’è posto in tribunale, non c’è occasione o luogo dove possa dimostrare la mia innocenza. Prego e spero che un giudice riceva luce da Dio e abbia il coraggio di vedere la verità”, ha detto fra le lacrime. Asia vive oggi il suo venerdì santo immersa nella preghiera: “Mi specchio nella croce di Cristo, nella certezza che tanti fratelli e sorelle nel mondo mi sono vicini e stanno pregando per me”.

Ma, nonostante la tragica situazione e la sofferenza che la tocca da quasi cinque anni, la speranza alberga ancora nel cuore della donna: “Quando Cristo risorgerà, nel giorno di Pasqua, Egli deciderà per me una nuova strada di giustizia, mi terrà con Lui in un regno dove non vi sono ingiustizia e discriminazione. Cristo ha promesso che risorgerò con Lui”. Ecco la Pasqua di Asia, che vive questi giorni in solitudine, in una cella del carcere femminile di Multan, aggrappata solo alla lettura della Bibbia.

Intanto si moltiplicano in Pakistan le iniziative e le veglie di preghiera, per Asia Bibi e per altre due recenti condanne a morte di cristiani per blasfemia: quella di Sawan Masih e quella dei coniugi Shafqat: Emmanuel, disabile, e sua moglie, Shagufta Kausar, colpevoli, secondo le accuse, di aver inviato “sms blasfemi”. Anche per loro si profila un lungo calvario giudiziario, come quello di Asia.

Asia Noreen Bibi è stata denunciata il 19 giugno 2009 dal mullah musulmano Qari Muhammad Sallam, che l’ha accusata di blasfemia, secondo l’articolo 295c del Codice Penale. Dopo le indagini, la polizia presentò il suo rapporto il 12 luglio e il caso andò a processo presso il tribunale di primo grado di Nankana Sahib. I fatti contestati ad Asia (aver insultato il Profeta Maometto, dopo un alterco con altre donne musulmane) sono avvenuti il 14 giugno 2009. Gli avvocati della difesa, nel processo di appello, intendono far leva sullo scarto di cinque giorni fra il verificarsi dei fatti (14 giugno) e la presentazione della denuncia (19 giugno) per dimostrare che le accuse sono del tutto montate. Asia è stata condannata a morte l’8 novembre 2010 dal tribunale di primo grado. L’appello è stato depositato davanti all’Alta Corte di Lahore l’11 novembre 2010. Ma, per motivi di opportunità e di contesto, per pressioni religiose e politiche, solo ora, quasi quattro anni dopo, è stato preso in considerazione e, inizialmente, calendarizzato. Da febbraio a oggi, il caso ha subito quattro rinvii, l’ultimo “a data da destinarsi”.

Noemi, madre senza figli

http://vigilanzaprivatagpg.wordpress.com/

Incontro Noemi durante un'uscita notturna realizzata con la comunità la notte del giovedì santo.
È sdraiata su una panchina di cemento, ai piedi della collina del Bomfim, famoso punto turistico meta di pellegrinaggio per migliaia di persone ogni anno.
Non dorme. Veglia. Sola. L'unica donna sola che abbiamo incotrato. Le donne di solito non stanno mai da sole; sarebbero facile preda di chiunque volesse abusare di loro, nelle deserte strade notturne della metropoli tropicale.
Lei no. Dice che è fuori dai cattivi giri della droga, dell'alcool e della delinquenza, grazie a Dio. E se qualche malintenzionato si avvicinasse, si metterebbe a gridare. E poco più in là, nella stessa piazza, qualcuno c'è, mezzo nascosto sotto gli alberi e a ridosso del muro.
È magra, scura, ma con occhi molto vivi e non smorti o "ipnotizzati" come chi usa sostanze stupefacenti.
Ha lasciato la casa a 15; da allora ha svolto ogni tipo di lavoro, sempre senza garanzie.
Ha una certa cura negli abiti. Accanto a se un grande sacco, probabilmente con vestiti e due discrete borse da signora.
Avrà fra i 30 e 40 anni, difficile stabilirlo con precisione.
Come la maggior parte delle persone che incontriamo, anche lei si confida e si apre con noi, senza timore, offrendoci le sue pene e i suoi progetti con semplicità.
Ma c'è un fatto che mi colpisce tremendamente: alla domanda se abbia dei figli risponde: 
"Sono incinta". 
Io: "Del primo figlio?" "No, Ne ho avuti altri tre. Ma sono tutti morti. Tutti su strade sbagliate della droga e della violenza".
Una frase buttata lì con una leggerezza raccapricciante. Non riesco più a dire nulla. 
Quali sentimenti dietro ad un simile esprimersi? Rassegnazione, noncuranza per evitare di soffrire, senso di colpa più o meno superato relegando l'avvenimento al passato remoto, fede inattaccabile, superficialità, freddezza...
Non lo so. Forse è l'unico modo per sopravvivere a 3 perdite di una parte di sé. Certamente è una sconfitta per tutti noi, che certamente non abbiamo dato nulla affinché un'alternativa si offrisse concretamente a Noemi. O forse non ha saputo cogliere le possibilità offerte da qualcuno...
So solo che mi ricorda tanto la samaritana di cui narra il Vangelo di Giovanni (Gv 4, 5-42): abbandonata 5 volte da 5 uomini, costretta ad attingere acqua nello ore più calde della giornata per vergogna, ma in attesa del Messia.
Cosa offre Gesù a questa donna? Una nuova prospettiva di vita: non essere più sfruttata dagli uomini, non più schiava dei sensi (i 5 uomini possono rappresentare i 5 sensi), attingere dall'acqua viva che farà più tornare la sete (che è Gesù stesso) e diventare così donatrice di vita per gli altri (acqua che zampilla per la vita eterna).
Beh, qualcuno potrebbe darci di più?







giovedì 17 aprile 2014

Uomo, chi sei? Un consumatore...

Tu, da che parte decidi di stare?
Interessante video sulla sostenibilità della crescita secondo il modello economico attuale.

  • La terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per l 'avidità di tutti (Gandhi).
  • gli Usa, che hanno il 5% della popolazione mondiale, consumano il 30% delle risorse e producono il 30% dei rifiuti. Se tutti consumassero così, avremmo bisogno di 5 o 6 pianeti.
  • Il PIL non considera le risorse utilizzate, i rifiuti creati, l'impatto ambientale; l'erosione di un territorio con l'urbanizzazione è una ricchezza, perché ne aumenta il valore. 
  • La qualità della vita dell'individuo è legato al Pil del paese? O forse, arrivati ad un certo punto, bisogna regolare i consumi che sono ormai pienamente in grado di soddisfare le nostre esigenze fondamentali?
  • La nascita delle città di transizione, ovvero collaborazione fra vicini per condividere terra, lavorare insieme, scambiarsi prodotti
  • La permacoltura come una possibile risposta alla "crisi"
  • Monteveglio (Bologna) città di transizione

lunedì 14 aprile 2014

Da cosa fuggi, cosa cerchi, dove vai?






Lettura della parabola del “padre prodigo” (Lc 15, 11-32)
Caro figlio, capisco il tuo bisogno di partire.
fonte http://alessandrobaricco.wordpress.com/
Ma ci sono alcune cose che non vanno: ad esempio, tratti tuo padre come un oggetto, chiedendogli l'eredità quando è ancora in vita; questo significa augurargli la morte. Solo perché sei di famiglia buona ti puoi permettere di lasciare il lavoro e viaggiare. Ma per cosa?
Il richiamo del mondo... Lavorare nei campi non ti va più... troppo ripetitivo!
Ti senti solo? Trattato male? Vorresti di più?
Tuo papà è così comprensivo... Parti senza dover salutare nessuno, non vuoi portarti nulla, tranne i soldi. Partire, andare, indefinitamente... Affascinante prospettiva. Un giorno in una città, una notte con una, l'altra con un'altra in un'altra città. L'importante è non fermarsi, andare o.. scappare?
Da cosa fuggi? Perché io so che fuggi... Responsabilità? Dal vedere tuo padre ormai vecchio e non così vincente come lo vedevi un tempo? Da luoghi che ti ricordano chi non c'è più? Da un fratello “rompi”?
Ti capisco: vuoi vivere senza regole, né limiti, “in modo dissoluto”, dal punto di vista morale e materiale, senza testa e schiavo della carne. Hai lasciato un padrone e te ne sei creato altri. E pure costosi!
E ora? Pure la crisi! Ma forse è una crisi interiore tua, che non hai più punti di riferimento. I tuoi vizi ti hanno illuso. Pensavi che quelle donne ti sarebbero bastate per sempre. Invece no. CRISI.
Pascolare i porci. Un signorotto costretto ad un'attività “impura”, escluso dalla società, religione e ridotto alla fame.
Ritornò in sé”: uomo, dove sei? Dove vai, da dove vieni e cosa porti con te? Dalla crisi trovi una possibilità. Non ti importa di doverti umiliare, ormai ci sei abituato. Ma ti basterà il pane? Prima avevi molto di più ed eri insoddisfatto! “Peccato verso il cielo”? Cioè? Non hai mai dato valore morale alle tue azioni! Ammetti di aver seguito cattive ispirazioni? Avresti voluto impiegare diversamente la tua parte?
Beh, del cielo e del padre te ne ricordi ora che ti fa comodo, eh?
Va' , non preoccuparti: tuo padre ti aspetta tutti i giorni. Si domanda dove ha sbagliato. Cosa ti mancava quando eri con lui. Ti aveva viziato, riempito di tutto. Ma, magari, non parlava con te, chiedendoti quali fossero i tuoi sogni. L'avrà capito?
Vestito, anello, sandali... uhm, cose materiali, ma adesso il vitello ti fa piacere. Ma anche festa! Non te l'aveva mai fatta una festa così!

Dalla morte alla vita. Da perso a ritrovato

Cosa farai ora? Resterai? Partirai di nuovo? Cosa è cambiato?
Hai sperperato, quindi sei più povero materialmente. Hai visto che al di fuori della tua casa non tutti sono “ben disposti” verso di te. Parla con tuo padre, fatti dare qualche responsabilità in più... magari viaggia pure, ma con più “testa”.
Non si tratta di dimostrare nulla a nessuno, ma di stare bene: sta' tranquillo, guarda cosa ti serve per vivere. Hai sempre grandi progetti in testa, lo so. Vivi più nel futuro che nel presente. Ma guardati bene dentro: cosa stai evitando? L'immagine di te riflessa in tuo padre? La paura di invecchiare? Avessi una bella donna, eh? Beh, perché no? Forse la tua maturità e tranquillità arriveranno solo con l'accettazione di certi limiti (morte, caducità del corpo, finitezza dei piaceri e delle giornate).
Tutto finisce, sì, anche questo giorno uguale agli altri nella tua valle. Ma non è che là fuori ci sia il paradiso terrestre: con il tempo anche là diverrebbe tutto ripetitivo. E per viaggiare continuamente non hai i soldi. Per lo meno qui non ti trattano come una bestia.
Non ti dico che la vita sia bella e tutta rose e fiori. C'è inquietudine nei nostri cuori. Contrasti tra desideri infiniti e scontro con la realtà, le persone, i nostri limiti e difetti, pigrizia, fatica.
Vuoi andare in città? Lavorare per un altro, lontano dalla natura? Tanti contatti umani, sì, ma fugaci, superficiali. Illusori.
Potevi comprarti il tuo di campo. Magari tuo padre separerebbe un pezzo di terra per te. Le albe e i tramonti allora continueranno; la luna arriverà sempre, perché il sole non ci accompagnerà continuamente. Ma la tua vita, le relazioni, la famiglia, sei tu che le costruisci ora, adesso.
fonte www.ilmondodipatty.it
Il campo, gli animali, le piante. Le feste, accogliere i mendicanti la domenica, andare al tempio, incontrare altri che cercano le tue stesse cose.
Chissà se ti sarà sufficiente.
Fonte di acqua viva, anelo a Te!”

Ed io?

Cerca di sentirti amato nella natura, nelle cose e nelle persone, ovunque e comunque. E di far sì che pure gli altri si sentano amati per quello che sono.

mercoledì 9 aprile 2014

Voglio la vita, non la morte

E certe cose non le accetto.
E' l'eterno tentativo dell'uomo di controllare tutto, fino a voler costruire la torre di Babele per arrivare fino a Dio. Ma l'uomo non può aggiungere neanche un secondo alla propria vita. Questa stessa notte può venire la sua ora.

Fecondazione assistita, business da 21 miliardi di dollari. In 

Inghilterra distrutti tremila embrioni a settimana. 

«Agghiacciante»

Aprile 8, 2014 Leone Grotti


Dal 1991 sono stati buttati 1,8 milioni di embrioni solo nel Regno Unito. Lord Alton: «Essere creati solo per essere distrutti senza mai respirare l’aria è una terribile riduzione di quello che significa essere umani»

La fecondazione assistita è un business globale da 9,3 miliardi di dollari, che potrebbe raggiungere i 21,6 miliardi nel 2020. Lo afferma un nuovo studio sull’inseminazione artificiale pubblicato su “Research and Markets“, l’istituto leader a livello internazionale per quanto riguarda le ricerche di mercato e l’analisi dei dati di mercato.


RICCHISSIMO GIRO DI AFFARI. Secondo lo studio realizzato da Allied Analytics LLP, l’utilizzo della fecondazione continuerà ad aumentare in modo costante fino al 2020 per un giro di affari da 8 miliardi di dollari solo in Europa. Qui tra il 2013 e il 2020 la pratica sarà cresciuta del 10,2% e del 17,1% nell’area Asia-Pacifico.
Secondo lo studio, il profitto potrebbe essere ancora maggiore se la pratica venisse estesa ai paesi dell’Africa, magari favorendo «il turismo medico» e la «disponibilità di trattamenti a basso costo». Oggi, infatti, il costo medio della fecondazione si aggira tra i 10 mila e i 20 mila dollari.




QUASI DUE MILIONI DI EMBRIONI DISTRUTTI. Uno degli “effetti collaterali” dello sviluppo del business della fecondazione assistita è la distruzione di un numero sempre maggiore di embrioni. Secondo i dati appena rilasciati dal governo inglese sulla pratica, infatti, più di tremila embrioni vengono distrutti ogni settimana solo nel Regno Unito.
Dal 1991, cioè da quando il governo raccoglie dati specifici, sono stati buttati 1,8 milioni di embrioni. Su 3.680.460 embrioni creati dal 1991, solo 247.330 sono nati (6,72%).




FRIGORIFERI PIENI. Lord Alton ha reagito così a questi numeri: «È agghiacciante. Stalin una volta ha detto che una singola morte è una tragedia ma la morte di milioni di persone è solo una statistica. Essere creati solo per essere distrutti senza mai respirare l’aria è una terribile riduzione di quello che significa essere umani».
Secondo le statistiche ci sono 865,758 embrioni nei frigoriferi delle cliniche «stoccati per un possibile futuro utilizzo». Altri 6,145, invece, sono congelati per la ricerca scientifica. Associazioni cristiane hanno parlato di «incredibile spreco» di vite umane: «I bambini non nati vengono trattati come un prodotto a disposizione che può essere gettato via». Un prodotto «da gettare via» che genera un business da miliardi e miliardi di dollari.

fonte: www.tempi.it

giovedì 3 aprile 2014

I 5 pilastri della comunità

PREMESSA: una cosa è vivere insieme per lavorare insieme alla terra e praticare uno stile di vita salutare. La comunità Acqua Viva è qualcosa di più: è una comunità "intenzionale", ovvero i membri sono uniti non dalla necessità materiale, ma dal sentirsi fratelli e quindi il vivere insieme diventa un mezzo, non un fine per esprimere l'Amore. Per questo, la comunità non vuole essere un'isola felice in cui rifugiarsi dal maremoto del mondo "cattivo", ma un porto aperto a chiunque desideri condividerne i valori (membri stabili) o voglia fare un po' di manutenzione alla propria imbarcazione prima di ripartire.

SPIRITUALITA': è alla base di tutto perché cerca una risposta alle domande esistenziali fondamentali dell'uomo. Ci possono essere vari modi di arrivare a questa dimensione: sperimentare delusioni per la vita "materiale", non trovare un senso per la propria vita, sentirsi come criceti in gabbia, costretti a lavorare e faticare per altri.
UMANITA': è la conseguenza della spiritualità cristiana, il cui Dio è creatore di vita, non distruttore.
RELAZIONE: essendo il Dio cristiano trinitario, non può prescindere dal dono di sé nell'Amore infinito che si incarna, non risolvendo il mistero del dolore, ma condividendolo.
NATURA: esercitare il dominio sulla natura non significa sfruttarla, ma prendersene cura affinché dia il meglio di sé.
LAVORO: è la naturale necessità dell'uomo per sopravvivere. Tuttavia deve rimanere sempre un mezzo, non un fine. Quindi, anche il tempo ad esso dedicato dovrà lasciare spazio sufficiente a coltivare tutte le altre dimensioni della persona. Inoltre, in nessun caso il lavoro manuale dovrà essere considerato meno degno o inferiore rispetto a quello intellettuale .

Riprendiamoci la terra!

Esistono diversi movimenti e personalità nel mondo che da anni sostengono come la monocoltura (ovvero la coltivazione di una sola specie in grandi appezzamenti di terreno), l'agricoltura moderna, le sementi OGM al posto di quelle tradizionali stiano impoverendo sempre più il terreno, che, se non fosse per l'uso della chimica, sarebbe totalmente improduttivo. Oltre a costringere i piccoli agricoltori ad indebitarsi per comprare le sementi ibride, spacciate come più produttive, ma spesso non adatte a certi territori come lo erano le specie autoctone. 
Emblematico il caso del riso in India: da migliaia di specie alle 5 attuali.
E' l'industria chimica (leggi "multinazionali") che determina le specie da coltivare, senza pensare minimamente alla preservazione delle specie vegetali e ai batteri che naturalmente arricchiscono il terreno, ma vengono uccisi dalla chimica.
Ma senza la chimica sarebbe possibile ottenere i rendimenti attuali?
Il dibattito è aperto e difficilmente risolvibile, visti gli enormi interessi in gioco.
Vorrei qui stimolare alla riflessione attraverso la visione di questi 2 film-documentari illuminanti. Dopo la visione ditemi se non vi è venuta voglia di coltivare?!

Soluzioni locali per un disordine globale è della francese Coline Serreau, che intervista personalità come Vandana Shiva, Pierre Rabhi, Lydia e Claude Bourguignon, il Movimento Lavoratori Senza terra, Kokopelli, M. Antoniets, Ana Pradeshi, Philippe Desbrosses, Joao Pedro Stedile, Serge Latouche, Devinder Sharma, Laurent Marbot, ecc. “Con questo film, mostro che ci sono in tutto il mondo, persone che, senza saperlo, fanno la stessa cosa, che hanno la stessa filosofia di vita e le usano le stesse pratiche con la Madre Terra".

Terra madre è invece una produzione italiana diretta da Ermanno Olmi, nell'ambito della seconda edizione di Terra Madre, un progetto concepito da Slow Food (movimento fondato nel 1986 da Carlo Petrini), per dare voce e visibilità a contadini, allevatori e pescatori di tutto il mondo che vogliono rivendicare il diritto a una produttività sostenibile in difesa delle identità e dei prodotti locali.

mercoledì 2 aprile 2014

Nella mia vita voglio:

AMARE, OVVERO

  • Proclamare la bellezza e il valore immenso della vita
  • Donarmi agli altri gratuitamente
  • Mettere le mie qualità a disposizione della collettività, senza aver paura di riconoscere le mie debolezze
  • Vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo per intensità e valore
  • Rispettare ogni uomo e riconoscerlo come essere unico al mondo e per questo indispensabile
  • Vivere in armonia con mondo vegetale ed animale (uomo giardiniere del mondo)
  • Vivere il più sobriamente possibile, rinunciando a tutto ciò che non sia indispensabile alla mia realizzazione, ricordandomi sempre che oggi nel mondo tanti fanno la fame e fino a qualche decennio fa certe abitudini/cianfrusaglie di oggi erano impensabili
  • Lavorare dignitosamente in maniera egualitaria rispetto agli altri della mia comunità ed avendo come fine non il guadagno, ma l'amore in ogni attività; dignità del lavoro manuale (Sir 38,34 “Il mestiere che fanno è la loro preghiera”)
  • Rispettare il mio corpo con comportamenti, abitudini e stile di vita adeguati
  • Mantenere sempre l'anima e la mente in atteggiamento di attesa e ricerca, consapevole che la vita su questa terra è provvisoria, attraverso studio, preghiera e meditazione
  • Fare il possibile affinché ogni uomo, sentendosi amato (dagli altri e da Dio) sia felice e naturalmente portato ad amare gli altri
  • Accettare di poter cadere (e che possa succedere anche agli altri)
  • Vivere in stretta comunione con gli altri, condividendo la vita di tutti i giorno con chi vorrà servire Dio nella forma qui esposta, perché Dio è trino. La finalità della qui esposta comunità non sarà mai quella di formare un elite o un'isola, ma di aiutarsi ad amare gli uomini, costituendo una fonte di acqua viva per tutti coloro che hanno sete di infinito.

Non accetto di:


  • Far parte di una società che difende la morte, a scapito della vita, in particolare attraverso pratiche come aborto ed eutanasia
  • Mangiare cibo ottenuto con metodi/concimi che danneggiano ambiente e uomo
  • Lavorare per consumare
  • Lavorare per più di 6 ore al giorno (ad eccezione di lavori stagionali o agricoli, come la vendemmia)
  • Vivere in mniera individualista, avendo come obiettivo la mia indipendenza economica
  • Sfruttare gli altri e trattarli come oggetti atti al soddisfacimento di miei bisogni o capricci, anche sessuali
  • Collegare felicità e realizzazione a oggetti materiali e soldi
  • Considerarmi mai ed in alcun modo arrivato o soddisfatto della mia condizione temporanea, così da dimenticarmi degli altri e non sentire più il bisogno di camminare ed incontrare
  • Usufruire di comodità che non siano strettamente necessaria (uso cosciente dell'automobile, dell'acqua, luce, gas...); il meno possibile di tutto, perché non sono queste le cose indispensabili e perché le piccole rinunce aiutano a mantenere anima e corpo all'erta.
  • Sentirmi inutile o incapace di rialzarmi né che altri si sentano così